Sunday, 14 August 2016

Tributo ad una atleta che smette di giocare oggi

Non ho mai scritto un articolo in Italiano sul mio blog, per scelta. Perché' l'obiettivo del blog e' quello di raggiungere la maggior parte delle persone possibili per scambiare esperienze e condividere vari pensieri/osservazioni che sono parte del mio lavoro quotidiano nel mondo della scienza dello sport.

Grazie a questo mezzo ho raccolto e condiviso con moltissime persone in varie parti del mondo le mie esperienze e i miei punti di vista e in molti casi questa condivisione ha generato ulteriori discussioni e approfondimenti e in alcuni casi forme di collaborazione. Scrivere un blog prende tempo, ma e' un modo per riflettere ad alta voce in una piazza virtuale ed é forse anche un modo per mettere su carta in maniera organizzata pensieri e osservazioni che altrimenti rimarrebbero nella testa.

Oggi ho deciso di scrivere in Italiano, per essere sicuro che quello che sto per scrivere venga letto e possa essere condiviso nella nazione dove sono nato e magari possa essere di stimolo e riflessioni per tanti giovani che si avvicinano allo sport e meno giovani che ci sono gia' dentro.

Nella mia carriera sono stato veramente fortunato ad incontrare atleti, allenatori e colleghi fantastici che hanno contribuito non solo ad arricchire il mio bagaglio culturale e di esperienze, ma hanno anche lasciato insegnamenti di vita ed esempi che hanno contributo al mio "crescere" non solo dal punto di vista professionale. Nominarli e ringraziarli tutti per nome sarebbe un rischio grosso, perché sicuramente ne dimenticherei qualcuno e quindi evito i lunghi elenchi spero che nessuno si senta "meno importante" dopo aver letto quest'articolo.

L'articolo in Italiano e' stato determinato dal fatto che oggi alle Olimpiadi di Rio una atleta con la quale ho avuto il piacere di lavorare ha appena finito di giocare la sua ultima partita e da domani si dedicherà' alla sua nuova vita lontano dai campi giocati. L'atleta in questione e' la mia amica (mi permetto di chiamarla amica dopo molte ore passate in palestra e qualcuna sulla sabbia) Antonella del Core. 

(Photo Source: http://alchetron.com/Antonella-Del-Core-495523-W)

Antonella termina oggi un lunghissimo viaggio iniziato con la corsa (aveva iniziato come ostacolista) e continuato per fortuna prestissimo sui campi di volley di tutto il mondo. Quando ho lavorato con lei a Napoli e nell'esperienza del beach era all'inizio di una carriera che poi si e' rilevata fantastica, ma era gia' chiaro che questa simpatica ragazza di Napoli aveva tanto carattere e il talento più' importante (a mio parere): una voglia di migliorarsi giorno per giorno con l'allenamento che erano fuori dal comune. 

Dopo tanti anni di lavoro nello sport, posso dire che il miglior talento che molti campioni (quelli veri, non quelli da "copertina") in sport diversi hanno e' la volontà di diventare migliori ogni giorno lavorando duro. E Antonella possiede sicuramente questo "talento" che ha condiviso e maturato con un'altra atleta che aveva queste caratteristiche (la sua compagna di squadra e beach Caterina de Marinis con la quale ha vinto il titolo Italiano di Beach nel 2000, altra atleta e persona fantastica che non smettera' mai di allenarsi e di imparare qualcosa nel volley). E sono sicuro che userà da domani il suo talento in altri aspetti della sua nuova vita lontana dalla pallavolo giocata.

De-Del Campioni D'Italia (coach Marcovecchio)


Dopo gli anni di Napoli, ha preso la valigia in mano e la Pallavolo l'ha portata a giocare e vincere trofei in Italia, Turchia e Russia oltre a numerosissime vittorie con la Nazionale Italiana e numerosissimi premi personali (se siete curiosi, potete leggere il palmares qui). Sacrifici non semplici  considerando le distanze da famiglia e affetti e soprattutto tenendo conto delle ore di allenamento e di attività' relative al volley spese in quasi venti anni da professionista. L'ultima volta che ci siamo visti di persona era a Londra nel caffe' del villaggio olimpico, io ero contentissimo dell'andamento delle Olimpiadi per la squadra con la quale lavoravo (Comitato Olimpico Britannico) e lei meno felice dei risultati sportivi e delle attenzioni "gossippare" della stampa Italiana. Ricordavamo i vecchi tempi e riflettevamo di come siamo fortunati a lavorare in un settore che ci permette di viaggiare e conoscere cose e persone nuove quasi ogni giorno, ma ci ricordavamo anche delle rinunce che si fanno per riuscire ad eccellere nello sport (sia come atleta che come tecnico/staff di supporto ecc.) e di come molti non si rendano conto di come dietro un mezzo successo si nascondono insicurezze, tanto lavoro, fallimenti e sacrifici. Parlavamo anche di come la stampa sia poco interessata all'aspetto sportivo nello sport femminile ma si occupi prevalentemente di aspetti estetici o gossip, sminuendo sacrifici e risultati di donne con storie che potrebbero e dovrebbero rappresentare modelli guida per tanti.

Antonella rappresenta l'Italia che tutti vorremmo. Quella delle persone che lavorando duramente e onestamente con passione possono arrivare ad ottenere risultati incredibili. Quella dei sacrifici e del coraggio di affrontare le difficoltà con il lavoro lontano dai riflettori. L'Italia che e' magnanima nelle vittorie e che sa accettare sportivamente le sconfitte usandole per migliorarsi. La sua storia sportiva (e quella di tante altre donne dello sport Italiano) dovrebbe essere presa a modello ed insegnata e usata come esempio per i giovani. Per fare in modo che anche in settori lontani dallo sport qualche bambino o bambina possa sognare e credere nella possibilità' di raggiungere obiettivi incredibili lavorando duramente e applicandosi e accettando che gli incidenti di percorso possono contribuire a crescere e diventare migliori.  Storie sempre più  rare in un mondo patinato pieno di modelli di vita falsi e che danno scarsa importanza al saper fare e alla necessità di imparare e migliorarsi.

Lo sport Italiano é pieno di storie di donne come Antonella del Core, il guaio é che purtroppo il giorno dopo la fine della loro carriera sportiva queste donne finiscono spesso nel dimenticatoio. 

L'augurio e' che storie come quella della ragazza di Napoli che ha vinto tantissimo in giro per il mondo siano da esempio per le nuove generazioni e che atlete come Antonella abbiano la possibilità di continuare il loro contributo nello sport dove hanno avuto successo e nelle scuole che sono la nostra speranza per migliorare il nostro paese.

Ad Antonella faccio i migliori auguri per il futuro e spero di vederla presto. Allo sport Italiano  e alla scuola ricordo che ci sono tante ex-atlete parcheggiate nei dimenticatoi che avrebbero tanto da insegnare alle nuove generazioni e il mio augurio é che qualcuno ogni tanto si ricordi di loro e possa creare opportunità per fare tesoro dei loro insegnamenti e delle loro storie di vita.

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